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DUECENTESIMI

vaffanculo addio

MAI PAGATI MAI SCAFATI - Salviamo la cabina telefonica di Viale Gottardo a Roma

Jeff Scafati che effettua una telefonata dalla cabina di Viale Gottardo, a Roma, nel 1986
Jeff Scafati che effettua una telefonata dalla cabina di Viale Gottardo, a Roma, nel 1986

Un altro ricordo che si spegne, un altro frammento del nostro mondo, quello che nasce dentro la nostra testa e poi viene fuori creando schopenauerianamente la realtà, che scompare nell’oblio. È questa la fine terribile perché ingiusta che rischia di fare la cabina telefonica situata in Viale Gottardo, nel quartiere di Monte Sacro, a Roma, nel tratto di marciapiede prospiciente il ristorante messicano Cucara Macara.

Dopo oltre sei lustri di onorato servizio, quella che è nata come una semplice scatola di alluminio e vetro e si è poi trasformata negli anni, grazie all’apparecchio per la telefonia fissa situato al suo interno, in una cornucopia di possibilità semantico-interazionali, porta spalancata verso l’altrove, scaturigine di infinite opportunità, circostanze, occasioni per chi si è trovato, per caso fortuito o per scelta ragionata, a passare da quelle parti, potrebbe essere sradicata e ridotta in mille pezzi pronti per essere riciclati nella più vicina piazzola ecologica.

Pazienza, penserà più di qualcuno, per noi dire la maggioranza: il mondo va avanti. Ma a quale prezzo, ci domandiamo? E soprattutto, siamo certi che si tratti realmente di un progresso? Pensateci bene: c’è qualche persona disposta seriamente a sostenere che un cellulare, un apparecchio così metafisicamente rozzo, inelegante e deludente, possa realmente sostituire la gioia epifanica di una telefonata da una cabina di strada? Invero noi questo non siamo disposti a crederlo.

E anche se esistesse, per pura ipotesi, qualcuno intenzionato a farlo, allora non potremmo che rammentargli quanto scritto da Marshall McLuhan nella sua formidabile opera Gli strumenti del comunicare: “Una volta che abbiamo consegnato i nostri sensi e i nostri sistemi nervosi alle manipolazioni di coloro che cercano di trarre profitti prendendo in affitto i nostri occhi, le orecchie e i nervi, in realtà non abbiamo più diritti. Cedere occhi, orecchie e nervi a interessi commerciali è come consegnare il linguaggio comune a un'azienda privata o dare in monopolio a una società l'atmosfera terrestre”.

Esattamente ciò che è destinato ad accadere se ognuno di noi decidesse di affidarsi in tutto e per tutto a un telefono cellulare.

Evitare che ciò si verifichi, però, per fortuna è ancora possibile. Per farlo è sufficiente un gesto semplice e ormai quotidiano per molti di noi: mandare un’e-mail. Già, il semplice invio di un’e-mail tramite posta certificata all’indirizzo cabinatelefonica@cert.agcom.it può contribuire a impedire che l’intera umanità vada in cimbali.

C’è solo una condizione. Che l’e-mail venga inviata entro e non oltre il 16 giugno 2015. Restano dunque pochi giorni per cambiare un destino che sembra segnato. Per dire no alla fine di un sogno, di un’epoca e di una parte di noi stessi.

MAI PAGATI MAI SCAFATI - Salviamo la cabina telefonica di Viale Gottardo a Roma
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Z
Che cazzo ce ne facciamo di un'inutile cabina telefonica?<br /> <br /> Siete degli scoppiati!
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