28 Febbraio 2013
Si chiama Ardi, ma nonostante l’omofonia non ha nulla a che vedere con il modo verbale che la lingua italiana definisce “imperativo”. E neppure i resti dell’Ardipithecus ramidus sono attinenti. Il suo cognome è Rizal, e tuttavia non è nato nell’omonima provincia della regione filippina di Calabarzon, sull’isola di Luzon.
Ardi Rizal è un bambino indonesiano che non ha neanche dieci anni ma, tra un biberon e l’altro, è già abituato a fumare più di quaranta sigarette al giorno.
Un po’ di tempo fa la notizia ha fatto il giro del mondo, suscitando un finto scalpore e una superficiale indignazione, ma finendo molto velocemente nel dimenticatoio. “Fuma come un turco ma è indonesiano”, si sono limitate a titolare divertite alcune testate. Salvo poi recuperare la sensazionalistica notizia usa e getta alcuni mesi dopo solo per aggiungere che Ardi era riuscito a vincere il tabagismo grazie all’intervento dei servizi sociali. Un’ informazione data in fretta e furia e gettata in pasto all’opinione pubblica solo per fornire un happy end ad uso e consumo dei benpensanti dal cuore tenero.
Perché la dura realtà è che due giorni dopo aver smesso Ardi è ricaduto nel vizio del fumo, come e più di prima.
Oggi, però, Ardi non è più solo. Perché come lui anche il nostro cuore arde. Di impegno e di buona volontà. Per questo abbiamo deciso di lanciare una sottoscrizione per regalare al piccolo Ardi una sigaretta elettronica (modello con caricabatteria integrato) per aiutarlo a superare la sua dipendenza e conquistare la sua indipendenza.
Il successo di questo progetto dipende anche da te. Dona due centesimi a duecentesimi e aiuta Ardi a comprare una sigaretta elettronica (modello con caricabatteria integrato).
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Si accettano anche vaglia postali e pagamenti in traveler's cheque